Sofia Loren: “L’età è solo uno stato d’animo”

A New York una retrospettiva sulla diva.

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Protagonisti

Mai come alla soglia dei 90 anni mi sono resa conto che l’età è uno stato d’animo” ha detto Sophia Loren in occasione di un’intervista con Vogue. A pochi mesi dal suo 90° compleanno, la diva ha fatto un viaggio a Los Angeles per festeggiare il compleanno di sua nipote e il diploma della scuola superiore. “Mi sveglio ed è difficile per me immaginare di essere su questa terra da quasi un secolo perché riesco ancora a vedere una lunga strada davanti a me con così tante cose da fare, luoghi da vedere, persone da incontrare”, dice Sofia “ma ad essere onesti, vorrei che le mie ginocchia e la mia schiena si sentissero allo stesso modo, perché sono gli unici a ricordarmi che ho l’età che ho“.

Una rassegna cinematografica in suo onore

Durante il mese di giugno la straordinaria carriera della Loren sarà al centro di Sophia Loren: La signora di Napoli, una retrospettiva di tredici film che verranno proiettati al Lincoln Center di New York. Insieme ai suoi film più celebri, la serie vanta anche splendidi nuovi restauri delle commedie Arabesque (1966) e Peccato che sia una canaglia (1954), che segna non solo il primo ruolo importante della Loren sul grande schermo, ma anche la prima di molte collaborazioni con Marcello Mastroianni.

Un sguardo al passato

Non sono una che si sofferma sul passato“, ammette la Loren, facendo riferimento al festival. “Tendo a concentrarmi sull’oggi e sul domani. Ma a volte è importante fermarsi, guardarsi alle spalle e fare il punto su ciò che ci si è lasciati alle spalle fino ad ora. Questa rassegna mi permette di fare proprio questo“. “Ogni film è stato un’avventura unica“, ammette. “Sono tutti capitoli della mia vita in cui ho imparato le lezioni, versato lacrime e superato le sfide“.

I suoi ricordi più belli

Uno dei miei ricordi più belli risale a un servizio fotografico. Lord Snowdon, il fotografo, andò a casa mia per scattare una foto a me e a mio figlio Carlo. Nacque l’idea che avremmo posato in una grande vasca romana. Lì dentro stavamo congelando. Ricordo molto chiaramente come mio figlio, a tre anni, odiava assolutamente l’idea. Ci è voluto un po’ prima che si riprendesse, ma entrambi abbiamo cercato di farlo ridere, e quello che era iniziato come qualcosa di complicato si è rivelato un ricordo meraviglioso”.

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