Quest’anno Beppe Vessicchio non parteciperà al Festival di Sanremo. Lo ha annunciato lui stesso all’AGI in un’intervista in esclusiva.
Le facce abbinate alla musica
Nel 2024 uno dei più noti direttori d’orchestra italiani non ci sarà sul palco dell’Ariston perché non ha lavorato per nessuno degli artisti che è stato invitato al Festival. Sembra quasi un paradosso, e sull’argomento Vessicchio sottolinea: “Siamo nell’era dove la narrazione visiva sovrasta qualunque altro linguaggio. Sposta tanti valori. La gente di norma dice ‘la canzone di Mina’, ‘la canzone di Bocelli’, ‘il pezzo di Mengoni’, sorvolando sulla autentica paternità dei brani semplicemente perchè quello che ha visto, e continua a vedere, è la loro faccia abbinata a quella musica. A questa nuova modulazione di valori non può sottrarsi neanche il nostro specifico settore per cui di tutto il lavoro profuso per ottenere una partitura efficace alla fine emergerà l’identità fisica di chi conduce l’esecuzione. Quindi Beppe Vessicchio direttore fa ombra a se stesso in quanto elaboratore e orchestratore del brano che si esegue. Lei pensi all’aria ‘Nessun dorma’ di Puccini; non sa quante volte ho sentito chiamarla ‘Vincerò’ di Pavarotti”.
Musica e tecnologia
Invece sul nuovo rapporto che lega la musica e la tecnologia, Beppe Vessicchio commenta quanto sia cambiata l’attuale scena discografica. Anche quelle competenze alle quali una azienda del settore, oppure un’artista, facevano riferimento per la scelta di un arrangiatore-direttore sono cambiate. È cambiato il modo di ‘rispettare’ professionalmente la musica, tutto a discapito dell’arrangiamento. “I vantaggi della tecnologia sollevano anche l’orchestra nel dipendere dal gesto di chi sale sul podio perché, già da un bel po’ di tempo, quasi tutti i brani utilizzano sequenze pre-registrate sulle quali ci si può appoggiare” commenta ancora Vessicchio. “Diciamo che per andare in sincrono con quello che c’è pre-registrato in queste sequenze bisogna seguire un metronomo che pulsa nelle cuffie“.
Fonte: Agi