Matteo Amantia: “Nella musica la censura non dovrebbe esserci”

"Ho avuto un momento depressivo, poi mi sono ripreso".

Matteo Amantia: "Nella musica la censura non dovrebbe esserci"Matteo Amantia: "Nella musica la censura non dovrebbe esserci"
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Matteo Amantia è uno dei concorrenti della nuova edizione di Ora o mai più. Intervistato da SuperGuida TV racconta come sta vivendo questa esperienza: “Sono felicissimo. Mi sono fatto prendere un po’ dalla competizione. La competizione nella musica non ci dovrebbe essere ma al di là della gara sto cercando di godermi appieno questa esperienza“. Donatella Rettore l’ha definito un ‘figone’: “Il suo complimento mi ha fatto piacere. Certo mi rendo conto che agli occhi degli altri concorrenti dare un 10 motivandolo con il fatto di essere un bel maschione potrebbe aver attirato delle antipatie. Il giudizio dovrebbe essere dato su altri parametri“.

Ho avuto un momento depressivo

Amantia ripercorre la sua carriera e la svolta arrivata nel 2003 con gli Sugarfree e con il brano Cleptomania: “Ci ha stravolto la vita. Essendo stato poi il primo brano con cui uscivamo questo riscontro ci ha messo anche in difficoltà. E’ impossibile però replicare un successo di quel tipo. Abbandonare il gruppo è stata un’esigenza. Se fossi rimasto negli Sugarfree continuando a stare male sarebbe stato un errore. Dopo l’album da solista ho avuto un momento in cui mi sono svuotato artisticamente di quello che avevo dentro. Sono stati anni in cui mi sono allontanato dalla musica, ho avuto un momento depressivo. Poi fortunatamente mi sono ripreso. Furono loro a ricontattarmi chiedendomi di tornare nel gruppo. Da quel momento non ci siamo più fermati, ogni estate abbiamo fatto un tour”.

Sanremo e la censura

Sui testi sessisti e Tony Effe: “Penso che nella musica come nell’arte in generale la censura non dovrebbe esserci. Anche quando ci sono canzoni che possono avere testi brutali come nel caso di Tony Effe. Piuttosto bisognerebbe chiedersi perché milioni di persone lo ascoltano. L’arte deve essere libera, se si iniziano a mettere dei paletti anche su questa è finita”. Il ricordo del Festival di Sanremo 2006: “È un ricordo che rimarrà indelebile perché Sanremo è un’esperienza che ti prende totalmente. L’ho vissuta anche con una certa ansia perché in quella settimana ogni gesto, ogni movimento viene messo sotto la lente di ingrandimento. Quando ho partecipato al Festival avevo 26 anni, ero giovane, fu un’esperienza molto forte. Con il senno di poi oggi lo affronterei in modo diverso”. 

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