Maria Sofia Federico si batte per i maiali

La porno star vegana per l'animalismo e contro lo "specismo".

Maria Sofia Federico a favore dei maialiMaria Sofia Federico a favore dei maiali
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L’attivismo di Maria Sofia Federico è ben noto. Dal primo ingresso alla Rocco Siffredi Academy ha spesso collegato al porno molti discorsi sull’attivismo, affrontando anche il tema dei diritti dei sex worker, allo scopo di sensibilizzare le persone sull’argomento e contribuire ad abbattere gli stereotipi sui lavoratori e sulle lavoratrici del settore.

Ma il suo attivismo non è concentrato unicamente sul settore a luci rosse. Tra i suoi interessi, infatti, ci sono i diritti di tutti, dagli esseri umani agli animali. Sul suo profilo Instagram, molti post sono dedicati ai temi quali l’animalismo e i diritti LGBT. Nei giorni scorsi, ha partecipato ad un sit-in di Animal Liberaction che si è recentemente tenuto davanti al ministero della Salute a Roma, coinvolgendo gli esponenti della Rete dei Santuari di Animali Liberi in Italia.

Attivisti e associazioni provenienti da tutta Italia si sono riuniti per chiedere al Ministero della Salute protocolli specifici per gli animali dei rifugi in caso di emergenza sanitaria. Questo, dopo l’abbattimento indiscriminato di decine di maiali avvenuto lo scorso settembre al rifugio Cuori Liberi di Sairano (PV), in seguito ad un’ordinanza delle autorità locali poiché gli animali avevano contratto la peste suina. C’erano stati anche scontro tra attivisti animalisti e forze dell’ordine che avevano lasciato una lunga scia di polemiche.

Queste le parole di Maria Sofia pubblicate sul suo profilo Instagram:

Il 20 novembre, cioè a 2 mesi esatti dalla tragedia di Sairano, c’è stato un presidio davanti al Ministero della Salute per fare delle richieste con lo scopo di tutelare i rifugi. Abbiamo urlato per ore “giù le mani dai santuari”, ma questo non mi ha impedito di trovare la voce per formulare un discorso che spero sia stato in grado di mettere in luce l’ipocrisia delle FD0. Non può esistere femminismo senza antispecismo, perché i modi con cui l’oppressore riesce a soggiogare categorie diverse di individui sono sempre gli stessi, quindi è necessario riconoscerli, contrastarli e così sradicare ogni ingiustizia portando avanti un’unica lotta. La nostra resistenza non finisce qui, ma è appena iniziata. Disobbedite quando vedete un’ingiustizia, urlat3 più forte che potete per esprimere la vostra posizione anche se questo significa contrapporsi alle autorità, organizziamoci per cambiare le cose.

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