La carne è ormai il cibo dei poveri, parola di Lorenzo Biagiarelli, cuoco e food blogger, nonché compagno di Selvaggia Lucarelli. Lo chef ha presentato a Viterbo il suo ultimo libro, Ho mangiato troppa carne, sottolineando la sua nuova filosofia sull’argomento.
Odio e amore
Lorenzo Biagiarelli è noto al pubblico anche per essere il cuoco che accompagnava Antonella Clerici in È sempre mezzogiorno su Rai 1, e per aver partecipato (con tante polemiche) nel 2022 a Ballando con le stelle. “È un rapporto di amore e odio. Amo il sapore della carne, non a caso è da sempre cibo dei ricchi. Ho scelto semplicemente di non mangiarla nel momento in cui è diventata il cibo dei poveri”, ha sottolineato il cuoco in un’intervista con Today. La carne è “il prodotto che costa meno al supermercato, tant’è che quelli che chiamiamo poveri, quelli sotto la soglia di povertà, fanno meno fatica a comparsi un chilo di macinato di pollo che un chilo di zucchine. Quello che mi ha convinto che la carne non fosse più cosa mia, e che in generale sarebbe meglio non fosse neanche più cosa del resto dell’umanità per quanto possibile, è il grande amore per gli animali e gli esseri viventi in generale”.
Gli alimenti a basso costo
Lorenzo Biagiarelli alla domanda se si possa dire che oggi la scelta di diventare vegano o vegetariano la si deve fare anche in base al proprio portafogli, precisa: “È apparentemente difficile, questo perché abbiamo demandato e delegato alla carne tutta la nostra alimentazione. Una volta i derivati animali avevano una incidenza molto bassa sulla dieta quotidiana. Riflesso di questo è ancora l’insieme di prescrizioni mediche, di piramidi alimentari, che ci dicono che dovremmo mangiare pochissima carne, meglio se niente, poco pesce e pochissimi latticini. Dovremmo basare la nostra alimentazione su cereali, ortaggi e legumi che invece costano pochissimo“. Per il food blogger il problema “è nell’individuare gli alimenti a basso costo. Manca la forma mentis che ti fa riconoscere le cose a buon prezzo. Oggi i legumi vengono consumati pochissimo: nove grammi a settimana contro i 200 che dovremmo consumare, quindi vuol dire che ci sono alimenti che noi non identifichiamo più come cibo. Io cerco di rimettere in piramide quello che dovremmo mangiamo per liberare, così, gli animali da questo schema”.