Jon Bon Jovi, frontman dei Bon Jovi, ha scelto il panel sulla docuserie Thank You, Goodnight: The Bon Jovi Story, per parlare dell’intervento subito alle corde vocali. “Questo è infatti il 40° anniversario della band”, ha detto il cantante. “Volevo documentare quello che era successo nel mio passato, con la visione su quello che sarà il futuro”. La docuserie, infatti, parlerà non solo del passato della band ma anche del presente e del futuro che verrà.
La verità
Jon Bon Jovi ci tiene a sottolineare come la docuserie diretta da Gotham Chopra debba dire la verità sulla band del New Jersey. Fatto che comprende, chiaramente, anche le sue condizioni di salute. “Sono pronto a parlarne”, ha detto il cantante riferendosi all’intervento subito nel 2022. “Sono orgoglioso di essere stato un vero cantante. Ho cantato con Pavarotti, so cantare, pratico il mestiere da 40 anni”. Poi Jon Bon Jovi comincia a spiegare: “Una delle mie corde vocali era letteralmente atrofizzata. Le tue corde vocali dovrebbero sembrare parallele, o facciamo finta che siano spesse come un pollice: una delle mie era spessa quanto un pollice e l’altra era spessa quanto un mignolo. Quindi, quella forte stava spingendo a parte quello debole, e non cantavo bene”. Il cantante, adesso, è più fiducioso rispetto il suo stato di salute ma rivela di essere stato molto in apprensione durante le riprese della docuserie. “Fortunatamente, ho trovato un chirurgo che è stato in grado di fare questo impianto davvero all’avanguardia per ricostruire il cordone. È ancora in fase di elaborazione”.
Il recupero
Spesso, nella docuserie, Jon Bon Jovi dice di essersi sentito come se il suo mestiere gli fosse stato portato via. “Dico nel film, e negli ultimi episodi, che se solo potessi riavere i miei strumenti, il resto potrei affrontarlo. Posso scriverti una canzone. Posso esibirmi bene come chiunque altro. Ma ho bisogno di riprendermi i miei strumenti”. Il cantante si è recentemente esibito durante la cerimonia di premiazione della Persona dell’anno di MusiCares, il 2 febbraio 2024. “Venerdì sera è stata la mia prima esibizione dal vivo in due anni”, spiega. “Il nuovo disco è pronto. Quindi ora voglio solo tornare a due ore e mezza a notte, quattro notti a settimana prima di andare davvero in tour. Ma ho fiducia nel mio medico”. Il cantante di Livin’ on a Prayer ha spiegato di trovarsi in riabilitazione da quasi due anni per rimettere tutto a posto ma di essere molto vicino al risultato e di sentirsi più se stesso.