Gianmarco Tamberi è stato ospite dell’ultima puntata di Belve. Il campione olimpico di salto in alto ha parlato della sua carriera sportiva, ma anche del suo difficile rapporto con il padre, Marco Tamberi.
Su Instagram scrive: “Un’intervista in cui ho cercato di aprirmi il più possibile, toccando temi molto personali e delicati, per raccontarvi chi c’è dietro quell’atleta un po’ matto che salta con mezza barba. Ammetto di avere un po’ di timore a rivederla, perché ho parlato a ruota libera e non mi rendo davvero conto di come possa essere venuta”.
Il fallimento più grande
“Non avere un rapporto con mio padre è il fallimento più grande della mia vita. I punti bassi nel nostro rapporto sono stati veramente tanti e questo è il motivo per cui una relazione si deteriora a tal punto che diventa complicato metterci delle pezze”. Sul peso delle regole: “Un conto è imporsele, un conto è scegliere, un conto è qualcuno che sceglie per te. Un genitore deve aiutarti a prendere la strada giusta, ma non obbligarti a scegliere quella strada. In quel momento mi sono sentito molto tradito dalla figura genitoriale“.
Non amo quello che faccio
Gianmarco Tamberi ha espresso il suo profondo dispiacere per non essere riuscito a competere ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 a causa di coliche renali improvvise: “Ero tra i favoriti, mi sentivo forte. È stato il momento più brutto, sia come dolore fisico, che mentale, che d’animo“. La passione per il basket: “Ho giocato a basket fino a 17 anni, mi piace tuttora di più. Se avessi giocato ancora a basket sarei stato meno orgoglioso, ma più felice. Fare quello che ami fa la differenza. Alla fine non è così bello saltare un’asticella. Ho dovuto fare quella scelta ma non amo quello che faccio“.