Un nuovo “contendente” spunta nella diatriba sul testamento di Silvio Berlusconi.
Si tratta dell’imprenditore torinese 55enne Marco Di Nunzio, residente in Colombia, che avrebbe avuto con l’ex Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi una forte amicizia che risale addirittura agli anni Novanta (quando il Cavaliere del partito Forza Italia è stato investito del primo mandato da Premier).
Secondo le dichiarazioni rilasciate da Erich Grimaldi, procuratore generale di Marco Di Nunzio, al suo cliente spettrebbe di diritto una fetta del patrimonio del Cavaliere. L’imprenditore sarebbe infatti il beneficiario di quello che è stato chiamato il “testamento colombiano” di Berlusconi, come specifica in una nota il suo procuratore generale. Ovvero, l’imprenditore avrebbe diritto al “2% delle azioni Fininvest, 26 milioni di euro, tutte le azioni della società proprietaria delle ville ad Antigua, la nave “Principessa VaiVia” e anche le altre imbarcazioni.”
L’avvocato Grimaldi continua specificando che si tratta di un particolare testamento denominato “non olografo”, ovvero scritto a mano, composto di una sola pagina, e stipulato il 21 settembre del 2021 nello studio del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa, a Barrio Espinal, in Colombia, e “apostolato” dalla Cancelleria del ministero degli Esteri colombiano. Successivamente sarebbe stato depositato presso uno studio notarile di Napoli lo scorso 3 ottobre.
L’avvocato ha diffidato i cinque figli di Berlusconi chiedendo l’immediata immissione nel possesso dei beni.
“Decorso vanamente il termine concesso nella diffida, inviata ma ancora non recapitata a tutti gli eredi, si darà seguito a tutte le opportune azioni a tutela del legatario, per ottenere l’immissione nel possesso dei beni.”
Il tempo concesso dalla diffida dovrebbe essere di sette giorni.
Fonte: Adnkronos