Asia Argento alla Mostra del Cinema di Venezia ha incontrato i giornalisti nello spazio delle Giornate degli autori. Nel film, in concorso, Selon Joy di Camille Lugan, interpreta la “madre” di una banda di giovanissimi spacciatori e la sua strada si intreccia con quella della protagonista, una giovane orfana che vive in una città della Normandia, cresciuta nella chiesa locale. L’incontro con un ragazzo la porta su un cammino rischioso, tra desiderio, grazia, carnalità, perdizione.
L’esperienza con Venezia
Asia Argento nell’intervista con La Repubblica parla della sua esperienza con Venezia. “Nella mia vita ho avuto solo due film qui. Uno risale a quando avevo diciassette anni, ‘Condannato a nozze’ di Giuseppe Piccioni, un altro era il film di Abel Ferrara, ‘New Rose Hotel’, avevo ventidue anni”, ha spiegato l’attrice. “Al Festival di Cannes ho avuto centomila film, persino tre in una stessa edizione. Il destino ha voluto che qui no. Non so perché. Mi sta piacendo molto la Mostra, anche se tutto è faticoso sul fronte logistico, gli spostamenti, un caldo allucinante. Mi piacerebbe un giorno magari essere invitata a fare parte della giuria”.
Una grande ossessione
Asia Argento ricomincia a fare l’attrice in un momento che sta tornando produttivamente difficile per il cinema italiano. “Questa cosa fa paura ma sono convinta che dalle avversità devi tirare fuori la parte turbo di te stesso come artista”, dice l’attrice. “Nascono spesso possibilità proprio perché c’è un grande caos sotto al cielo, il momento è propizio diceva Mao Zedong. Chi ha un’ossessione veramente grande non molla e continuerà finché non riesce a fare film”. Ma quali sono le ossessioni dell’attrice? “Io ho l’ossessione del mio lavoro da quando ero piccola, ho cominciato a nove anni e ho proseguito fino ad oggi che ne ho quarantanove. Quindi per quarant’anni ho fatto questo mestiere, grazie a una grande ossessione, un grande amore soprattutto per i miei film da regista”.