Alessandro Cattelan e il matrimonio di 25 persone
“Non ce l’ho con il matrimonio in sé. È il giorno”.
Alessandro Cattelan e sua moglie Ludovica Sauer sono stati ospiti del podcast Mamma Dilettante, condotto da Diletta Leotta. I due si sono raccontati a partire dal momento in cui si sono conosciuti fino alla nascita delle figlie, Nina e Olivia. Poi un chiarimento sul particolare matrimonio con soli 25 invitati. Cattelan spiega: “Non ce l’ho con il matrimonio in sé. È il giorno”. I due si dicono però disposti a celebrare di nuovo le nozze, magari a Las Vegas.
Come si sono conosciuti Cattelan e Ludovica Sauer
“Ci siamo conosciuti a San Siro, ai tempi lavoravo per uno sponsor del Milan”, comincia a raccontare Ludovica Sauer. “Non ero fidanzata, per un caso strano della vita. Avevo sempre qualche fidanzato duraturo, ma in quel momento lì ero nell’epoca dei date”. La modella svizzera di origini brasiliana è stata la prima fidanzata che Alessandro Cattelan ha deciso di presentare ai suoi genitori: “Solo Ludovica”, precisa il conduttore. Poi Ludovica continua: “Lui si è presentato a me come calciatore. Si presenta, mi chiede il numero e me lo scrive anche in un modo molto romantico, non mi scrive i numeri ma a lettere complete”. Alessandro Cattelan riprende il discorso e spiega: “La sera prima ero stato al Plastic. Ancora non lo sapevo, ma sarebbe stata l’ultima volta della mia vita lì. La mattina dopo mi sono svegliato e non ero proprio nelle condizioni di andare allo stadio. Però era l’anno in cui avremmo potuto vincere lo scudetto nel derby. Quindi ho detto ‘Vabbè, ho un po’ di mal di testa ma vado lo stesso’”. Quell’anno la squadra perse il derby ma, spiega Cattelan, “il destino mi ha regalato un’altra gioia, avere incontrato Ludovica. L’ho vista e mi ha colpito in maniera particolare”.
Il matrimonio intimo
“La proposta l’ho fatta io, anzi l’ho obbligato”, comincia a raccontare Ludovica Sauer. “Dopo che è nata Nina gli ho detto ‘Direi che è anche l’ora’”. Rispetto ai pochi invitati Alessandro Cattelan ci tiene a precisare: “La mia non è una opposizione nei confronti del matrimonio in sé, è il giorno. Io non amo le mie feste di compleanno, a me piace andare alle feste da invitato. Dev’essere legato a qualche trauma infantile, non lo so. Non mi sento mai a mio agio”. Dunque la scelta è ricaduta su pochi invitati, persone intime che hanno permesso di vivere un’atmosfera rilassata: “Eravamo molto in pochi, le persone con cui potrei fare un viaggio in macchina anche stando zitto. Quelle persone con cui non c’è la necessità di dover per forza dire qualcosa. Mi sentivo a mio agio perché è il mio nucleo stretto”. Poi la coppia ammette di essere disposta a fare una nuova celebrazione. Ludovica Sauer aggiunge: “In un futuro viaggio in America, io vorrei sposarmi a Las Vegas, alla Little White Chapel. Magari ci facciamo un viaggio negli Stati Uniti con le bambine, solo noi quattro, e ci sposiamo lì”.