Pino Insegno rispedisce al mittente le insinuazione diffuse dal sito Dagospia, definendole “una cosa malvagia”. Il conduttore ha sottolineato che il programma ha il potenziale per crescere e migliorare, e che è pronto a lavorare per raggiungere questo obiettivo
Il programma sta attraversando un periodo di difficoltà, con ascolti che non superano il 2% di share. Il conduttore ha sottolineato che la Rai gli ha chiesto di dare una mano a ravvivare una fascia oraria che, storicamente, non ha ottenuto grandi risultati.
L’articolo del Corriere della Sera identifica due fattori cruciali che hanno contribuito al flop de Il Mercante in Fiera:
- Una fascia oraria proibitiva: Il programma va in onda nel tardo pomeriggio, su Rai2, una rete che in quella fascia oraria non ottiene grandi risultati. Questa fascia è generalmente considerata “difficile da rianimare”, in quanto è caratterizzata da una bassa affluenza di pubblico.
- Un formato ormai vecchio: Il programma è basato su un format che ha già avuto successo in passato, ma che oggi risulta forse un po’ datato. Il format prevede che i concorrenti rispondano a domande di cultura generale per accumulare denaro, che possono poi utilizzare per acquistare oggetti messi in palio. Un format che è stato già utilizzato in molti altri programmi televisivi e non risulta più originale e accattivante per il pubblico.
Le dichiarazioni di Pino Insegno
“Ho 64 anni: e nessuno dice che ne ho 40 di carriera sulle spalle e che sono commendatore della Repubblica per meriti sociali. Mi hanno chiesto di dare una mano a una rete chiamata ‘Raiduepercento’. Perché è quella la media di quella fascia oraria. L’idea era di rianimare un po’ lo slot, di far capire all’abbonato che non passano solo vecchi telefilm quattro volte di seguito. Mi fanno partire all’1,2%, poi devo scalare, facciamo la media del 2,4%. Non è tanto? Okay, ma non è nemmeno poco. E segnalo che siamo solo alla ventesima puntata”.