In una recente intervista a Radio Italia Marracash ha condiviso alcune riflessioni sulla sua carriera e sul suo ultimo disco È finita la pace. In un solo mese dalla sua uscita, l’album è già stato quattro volte primo in classifica e ha anche guadagnato un Disco d’Oro: “Questa bolla rappresenta proprio una bolla di musica diversa rispetto a quella della solita musica. Mi piace l’idea che l’ascoltatore, sentendo il disco, si possa trovare per un’ora all’interno di questa bolla, un posto senza ipocrisia, gossip, un luogo chiuso e protetto. Come ho fatto io quando ho terminato la registrazione dell’album, volevo che passasse questo messaggio”.
Una specie di “sboronaggine hip hop”
Il titolo È finita la pace sembra essere stato scelto da Marracash per rappresentare una serie di significati diversi: “È lunga da spiegare… Diciamo che è un titolo complesso che vuole rappresentare diverse cose. La fine della mia pace quando ho terminato il disco. La fine della pace che vuole rappresentare anche la situazione mondiale attuale. E poi c’è dietro anche una specie di “sboronaggine hip hop”: per gli altri è finita la pace perché sono arrivato io con il disco nuovo. È l’ultimo capitolo di una trilogia, quindi di un percorso. Questo disco lo sento più mio, perché non ci sono featuring o interventi esterni. Non ho mai cercato di fare musica per pochi, per le nicchie, mi sono sempre rapportato alla realtà delle case popolari da cui vengo. Mi interessa parlare alle persone, dire cose che rispecchiano la realtà”.
L’intelligenza artificiale nella musica
Nella tracklist c’è il brano Mi sono innamorato di un AI e Marracash spiega: “Per me quello che è preoccupante non è tanto l’Intelligenza Artificiale in sé. Ma il fatto che la gente ragioni sempre più come un algoritmo: è diventato tutto numerico. A partire dai social che ti danno dei numeri affianco al nome utente, passando per i fan che contano quante copie vende un artista e si basano sui platini che ottiene un disco. Per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale nella musica, sicuramente sta arrivando, ma penso sia difficile che riuscirà a sostituire l’espressione artistica. I tormentoni in sé sono più simili a un algoritmo. Gli autori che compongono questi brani si chiudono in una stanza e cercano di fare solo cose che possono piacere al pubblico. Ecco, forse l’IA darà più filo da torcere a loro”.
Il primo rapper a fare un tour negli stadi
“Sarà una festa incredibile! Sarà un’occasione per rivivere la trilogia. Senza fare troppi spoiler posso dire che sarà uno show lungo e corposo. Una sorta di live narrativo, dove voglio raccontare una storia attraverso le canzoni, portando anche qualche brano del passato. Sarà uno spettacolo di pura musica. Ci saranno artisti con cui ho collaborato, chi ha fatto parte di questo processo della trilogia. Ma non amo troppo la tendenza di infarcire dischi e concerti di ospiti: ci saranno, ma con moderazione”.
.