Il figlio di Bud Spencer: “Lui e Terence fuori dal set erano timidi”

Giuseppe Pedersoli racconta suo padre, l'uomo dalle mille passioni.

Il figlio di Bud Spencer Lui e Terence fuori dal set erano timidiIl figlio di Bud Spencer Lui e Terence fuori dal set erano timidi
Protagonisti

Giuseppe Pedersoli, figlio di Bud Spencer, racconta al Corriere della Sera alcuni aneddoti sul padre. Le sue mille passioni, era un grande sportivo, un appassionato di aviazione e un imprenditore. Il figlio racconta che il padre si commuoveva spesso ricordando i suoi compagni di nuoto. In particolare, ricordava con grande affetto il momento in cui, dopo aver battuto il record sui 100 metri stile libero, i suoi compagni gli regalarono un accappatoio nuovo. Era un padre affettuoso, sempre disponibile per i suoi figli. “Se era papà ad accompagnarmi a scuola, finiva che in classe non ci arrivavo mai”, racconta Giuseppe, “Tanto che ci vai a fare?”, mi diceva. “E mi portava in gita all’aeroporto”.

Bud Spencer, l’uomo dalle mille passioni

“Si era messo in testa di costruire aerei. Prese il brevetto di pilota. Durante le riprese di Più forte ragazzi! Mentre girava Uno sceriffo extraterrestre, comprò una pista di atterraggio. Dormiva perennemente con la radio accesa e collegata con il traffico aereo del posto. Aveva una fantasia quasi infantile, fino a 87 anni. Mi regalò una penna per scrivere a testa ingiù, la usano gli astronauti.

Un gigante buono

“Un metro e 92 per 120 chili, poi saliti a 165. Da giovane era bellissimo, poi si è lasciato andare, ma aveva analisi perfette. Non dava affatto l’idea di un ciccione, piuttosto di un uomo molto forte. Aveva gambe magre, camminava e danzava con leggerezza, ballò con Raffaella Carrà. Era atletico, nonostante la stazza Il suo sorriso e le sue manone trasmettevano protezione. Una sola volta, per una rispostaccia, mi diede uno schiaffetto su una gamba. Mai visto arrabbiato più di un minuto. Dal ’67 in poi ha girato tre o quattro film all’anno, per dieci, undici mesi era via. Non lo vedevamo quasi mai. Quando tornava ci riempiva di regali.

Spencer e Hill hanno recitato insieme in 18 film, ma fuori dal set non sapevano bene come prendersi

“Papà lo chiamava Mario, l’unico a poterlo fare, lui Carlo. Fuori dal set erano due grandi timidi che non sapevano bene come prendersi. Terence è buono e gentile, però molto introverso. E poi, quando non lavorava, viveva negli Stati Uniti. Saranno usciti a cena insieme tre volte in vita loro. Ogni tanto veniva da noi per la spaghettata di mamma. In scena invece si trasformavano, tra loro c’era emozione vera, si creava un’armonia perfetta”

Le diete non facevano per Bud Spencer

“Partiva sempre con un carico di spaghetti, olio e pomodori. Una volta li ha conditi con i cornflakes. La sua roulotte era affollata, cucinava la sarta Ida. Se gli facevi due kg di pasta poteva mangiarseli tutti. Andò da Messeguè, in Svizzera. Gli presentarono un vassoio con due pere cotte. Al che saltò dalla finestra del primo piano e scappò in rosticceria. La seconda volta gli fecero pagare dieci giorni in anticipo, resistette due. La famosa sera di Italia-Germania 4 a 3, con il produttore Italo Zingarelli, 180 chili pure lui, si fecero fuori 60 polpette e non so quanti filetti di baccalà”.

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“Quando ha capito che non poteva più giocare, si è lasciato andare. Non c’è da sette anni però è come se si fosse “virtualizzato”. È ancora qui. Sentiamo il suo passo, il vocione, il profumo, una sera sì e una no lo vediamo in tv. Non era un santo o un divo, ma uno di famiglia. La sua ultima parola fu: “Grazie”

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