Hollywood senza soldi, si teme un nuovo sciopero

Michele Greco: "Gli Studios hanno finito i soldi, devono tagliare e tagliare”.

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Attualità e Cronaca

Hollywood ancora non è ripartita. La mecca del cinema mondiale dopo gli scioperi di sceneggiatori e attori che hanno bloccato le produzioni per sei mesi nel 2023, sta registrando la più drammatica contrazione degli ultimi trent’anni.

Nel 2024 soltanto 300 serie TV

L’Ansa riporta le parole del produttore Michele Greco: “Girare a Hollywood ormai è un salasso: tra le paghe della troupe e gli affitti di materiali, macchinari, location e teatri, un giorno di riprese a LA costa quasi il doppio che in Georgia”. La California offre 330 milioni di dollari all’anno di tax credit: New York ne mette 700 e la Georgia non ha limite. Per non parlare dei paesi stranieri, dal Regno Unito alla Nuova Zelanda, dall’Ungheria al Canada, che offrono incentivi fiscali vantaggiosi e stipendi molto più bassi per le troupe. “Gli Studios hanno finito i soldi, devono tagliare e tagliare”, sottolinea ancora Michele Greco. “Hanno approfittato dello sciopero per rescindere senza penale alcuni contratti onerosi e chiudere progetti poco remunerativi. Se prima producevano dieci ora producono cinque“. Basti pensare che le serie TV prodotte nel 2024 saranno circa 300 rispetto alle 481 del 2023 e alle 633 del 2022.

La contrattazione in corso

Da un lato è come se Hollywood avesse il freno a mano tirato in questo momento, e lo spettro di un nuovo sciopero aleggia sull’eventualità che salti la contrattazione in corso tra i produttori (Major tradizionali e streamers) e IATSE, la confederazione che riunisce i sindacati delle maestranze di set e post produzione. I contratti di 170 mila tra costumisti, scenografi, cameraman, elettricisti, montatori, esperti di effetti speciali o fornitori del catering scadono il 31 luglio. Il negoziato si sta svolgendo in un clima più conciliante rispetto all’anno scorso, ma le parti hanno già prolungato due volte il termine perché non trovano accordo sui benefit che i lavoratori chiedono di inserire nel nuovo contratto triennale. “Nessuno si azzarda a muovere un dito prima di agosto“, conclude il produttore Michele Greco.

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