Margot Sikabonyi, conosciuta per il suo ruolo di Maria in Un medico in famiglia, ha intrapreso un percorso personale che l’ha portata a insegnare yoga. Dopo nove stagioni in una delle serie più amate della televisione italiana, in un’intervista al Corriere della Sera si racconta: “Sul set, mi sono innamorata per la prima volta. Di Pietro Sermonti, nel Medico. Infatti, sono caduta su Sermonti pure nella vita: sei anni tormentati, sul set e fuori. Giravo scene romantiche quando avrei voluto dargli capocciate“.
Non trovavo gioia in niente
“Quando è esploso il successo di Un medico in famiglia, avevo 15 anni: arrivavano offerte dal cinema, il salumiere sotto casa non mi faceva pagare più la merenda… Ma io non trovavo gioia in niente. Appena ho avuto 18 anni, sono scappata, cercando qualcosa, non sapevo cosa. Sono andata a Parigi, poi a studiare Biologia Marina, lontanissimo, dall’altra parte del mondo. Le Hawaii, isole madri, fonti costanti di lava che esce dalla terra, hanno iniziato a parlarmi e l’essenza fortissima della natura ha cominciato a curarmi“.
Le critiche per il nuovo percorso
Margot Sikabonyi, in un suo recente video su Instagram, affronta le critiche che riceve per il suo percorso professionale che l’ha portata dall’essere attrice a insegnante di yoga e nell’intervista spiega: “Pure Luca Barbareschi, quest’estate, quando ha prodotto il film che stavo girando, mi ripeteva “ma allora che devi fa? Insegnare yoga o fare l’attrice?”. Ma perché scegliere? Che poi: ogni attore deve fare un percorso olistico di centratura, se no, finisce in overdose in una stanza da solo. Vabbè, non voglio esagerare, però la centratura è vitale… Invece, sui social, mi criticano, dicono: che vuoi fare? Decidi cosa sei“.
Il momento più duro il divorzio
Margot Sikabonyi è stata sposata con Jacopo Lupi, dal quale ha avuto due figli: “Il momento più duro della mia vita è stato il divorzio, il castello della famiglia che crolla, prendersi la responsabilità di non fingere che va tutto bene. Ma anche il successo della serie non era stato facile da vivere: non mi sentivo all’altezza, avevo la sindrome dell’impostore. E non sempre volevo stare su quel set… Mio padre è morto mentre ero lì, avevo 15 anni, non vedevo gli amici perché non andavo a scuola e gli insegnanti venivano in camerino. Ad alcuni compagni ero diventata antipatica e altri, all’improvviso, volevano starmi intorno, ma in loro non sentivo verità. L’adolescenza già è terribile perché ti chiedi chi sei, io, in più, avevo il papà morto e un personaggio che dominava tutto”.
Yoga e le visioni angeliche
“Il percorso più importante è stato quello yogico, che ha a che fare col respiro e arriva con la morte di mio padre, finché divento insegnante nel 2008. Alle Hawaii, ho incontrato i primi sciamani e, a Bali, ho fatto percorsi yoga che si incrociavano con lo sciamanesimo e la meditazione nei boschi. Poi, ho fatto tanta psicoterapia bioenergetica. Ricordo bagni di calendula in cui ho avuto rivelazioni, visioni fortissime e ho sentito blocchi che si scioglievano. Vivendo da sola in una Milano non mia con due bimbi, ho iniziato a entrare in chiesa, anche se non sono cattolica. Una sera, uscita dalla chiesa, in cucina, ho sentito una presenza molto forte dietro di me. Mi viene da piangere a ricordarlo. Ho sentito un angelo che mi metteva le mani sulle spalle e mi proteggeva. Dopo, non sono più stata la stessa”.