Valerio Scanu: “Ho perso trenta chili”
"Ti danno un calcio nel cu** perché l'anno dopo ci sono gli altri".
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Valerio Scanu parla delle sue ambizioni, di quello che è l’ambiente discografico oggi e dei meccanismi dei talent televisivi che schiacciano i giovani cantanti. “Adesso non esiste chi fa musica, ma esiste un prodotto stereotipato e poi si sceglie chi metterci sopra. Il prodotto viene prima dell’artista”.
Un disco di inediti
Valerio Scanu in un’intervista su Fanpage ha rivelato che oggi non punta “a un percorso discografico come avrei pensato quindici anni fa. Io aspiro a fare spettacolo, fare musical, una cosa alla quale tempo fa avrei non avrei mai pensato, ma gli interessi cambiano. Al mio bagaglio in questi anni ho aggiunto altro, ho perso questi trenta chili che erano uno scoglio grosso, studio danza a livello agonistico e mi piacerebbe portare questa cosa in scena”. E non è un problema di non avere più interesse per l’ambito discografico. “Ho un disco di inediti pronto, che non volevo far uscire prima di questa esperienza, ma magari adesso valuterò. I miei fan attendono qualcosa di nuovo da me, ma la mia aspirazione oggi è la commedia musicale, anche se non saprei a chi rivolgermi“.
I talent come una fabbrica
Valerio Scanu già nel 2012 si è reso autonomo sia dal punto di vista discografico e concertistico, poiché il cantante aveva già compreso che “i talent sarebbero diventati una fabbrica, un meccanismo che schiaccia”. Il cantante spiega che ha provato sicuramente “a creare qualcosa di mio basandomi su una grossa base di fan. Poi i fan vanno e vengono e non c’è una logica. Proprio oggi leggevo su Twitter – mi rifiuto di chiamarlo X – questa fan con un nome particolare che ricordavo, una di quelle che mi scriveva sempre, con una parola buona ogni volta: oggi mi riempie di insulti, mi fa nero. Ho scelto di autoprodurmi perché sentivo a distanza quello che è successo, ovvero che quando esci da un talent la major ti prende, ma senza un progetto artistico forte ti danno un calcio nel culo perché l’anno dopo ci sono gli altri”.