Achille Lauro: “L’incoscienza di cui parlo è anche quella di amare”

"Le relazioni le vivo, l’amore lo vivo. Infatti, scrivo le canzoni".

Achille Lauro L’incoscienza di cui parlo è anche quella di amareAchille Lauro L’incoscienza di cui parlo è anche quella di amare
Sanremo 2025

Achille Lauro è stato ospite nella puntata di Dedikiss dove ha parlato della sua partecipazione al Festival di Sanremo e della sua canzone in gara, Incoscienti giovani. Negli studi di Casa Kiss Kiss spiega che l’atmosfera è frenetica: “Il Festival di Sanremo è un tornado completamente folle. Siamo in 40 con il mio team. Abbiamo due personal e 3 troupe che ci seguono”. Nella serata dei duetti si è esibito insieme Elodie con una cover mix delle canzoni A mano a mano di Rino Gaetano e Folle città di Loredana Bertè.

Una grande dedica a Roma

Achille Lauro ha confermato che Roma ha avuto un’influenza profonda sulla sua musica. E ha descritto la sua canzone come una grande dedica alla città: “Roma ha influenzato e contaminato tutta la mia storia, che poi è diventata la mia musica. Ed è una grande dedica a Roma questa. Sono cresciuto con il cantautorato romano con Califano, Zero, Baglioni, Venditti e come anche in Amore disperato, comincia a uscire fuori quella contaminazione lì che io profondamente amo. Anche l’incoscienza di cui parlo non è solo quella degli sbandati, ma è l’incoscienza in generale, anche di amare. Cioè ti consegni a qualcuno e speri che non ti ‘faccia fuori’. Sono una persona che vive con incoscienza nel senso che mi butto tanto nelle cose e che le vive. Le relazioni le vivo. L’amore lo vivo. Infatti, scrivo le canzoni”.

Non siamo educati a credere in noi

All’interno de brano si parla della voglia di vivere senza paura del futuro e Achille spiega: “È una cosa che ho riscontrato lavorando con i ragazzi nelle scuole o in altri settori. Forse non siamo educati a credere in noi e ad osare, come può essere l’educazione americana, dove se tu sei bravissimo a fare musica, ti spingono a fare musica. Qui forse manca quel credere l’uno nell’altro, il supportarsi a vicenda. Io cerco di partire sempre da spunti della vita reale. Io dico sempre che rubare dalla realtà è più facile. C’è già tutto. Se racconti una storia reale, hai già i dettagli. Alla fine tutti proviamo le stesse cose in periodi diversi della vita. Se le canzoni sono vere e spontanee, alla fine è difficile sbagliare. Io vivo costruendo. Quindi non ho tempo di rendermi conto delle cose. Cerco di pensare in grandissimo per il futuro“.

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