Raz Degan: “Mi nascondevo in aereo dalle fan”

E racconta anche la sua passione per i trulli: "Mi sento a casa".

Raz Degan: "Mi nascondevo in aereo dalle fan".Raz Degan: "Mi nascondevo in aereo dalle fan".
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In una lunga intervista al Corriere della Sera, Raz Degan ha affermato di sentirsi a casa nei trulli di Alberobello, un tipo di costruzione che l’ha affascinato sin dal primo momento. nell’intervista ricorda le avventure della sua infanzia e lo spirito spensierato che ha caratterizzato i suoi primi anni. Cresciuto in Israele, vicino al fiume Giordano, ha sentito un’affinità con personaggi come Tom Sawyer e Huckleberry Finn, in un mondo fatto di esplorazioni a piedi nudi, case aperte e un incredibile senso di libertà.

La sua passione per lo yoga l’ha condotto nella campagna italiana fino ad imbattersi in un trullo che era all’epoca (2001) un semplice mucchio di macerie alla fine di una strada. “In quel periodo ero affascinato dallo yoga e qui c’era un ashram dove potevo praticare. Il trullo lo trovai dopo tre settimane, alla fine di una strada, i muri crollati. C’era un gelso, come quello dietro la casa di mio padre: lo guardavo da sopra una panchina e sognavo di conquistare il mondo, visitare terre sconosciute, recitare; i miei eroi erano Marco Polo, Jacques Cousteau, De Niro e Jimmy Dean. Appena vidi il gelso, mi sentii a casa”.

Nell’intervista, tra i dolori della guerra e le molte vicissitudini trascorse, racconta anche la difficoltà di gestire la popolarità nei primi anni, quando era circondato da fan che lo fermavano in strada per via dello spot dell’Amaro Jägermeister che l’aveva reso famoso a metà degli anni Novanta: “Non potevo uscire di casa! Per fortuna non esistevano i selfie».«Girammo lo spot a febbraio del 1994, poi me ne andai a New York. Quando a novembre 1995 tornai in Italia per il Maurizio Costanzo Show, una folla assurda fuori dal Parioli mi accolse: ‘Ehi, Jägermeister!’. Oppure: ‘Razz!’, con due zeta, che in ebraico vuol dire correre, ma ‘Raz’ significa segreto”.

Tra i tanti problemi causati dall’eccessiva invadenze delle fan, per Raz Degan c’era anche quello degli viaggi e degli spostamenti, specialmente in aereo: “Panico totale. In aereo viaggiavo spesso nella cabina di pilotaggio, soprattutto quando c’erano le fan. Spesso la polizia mi tirava fuori dal caos facendomi saltare file e dogana”.

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