Francesca Fagnani: “Ho paura di non essere all’altezza”

"Il successo dopo 20 anni di gavetta, lo vivo coi piedi saldi a terra".

Francesca Fagnani Tendo ad aver paura di non essere all’altezzaFrancesca Fagnani Tendo ad aver paura di non essere all’altezza
Protagonisti

Francesca Fagnani è nota come la “belva” del piccolo schermo per le sue interviste dirette e senza fronzoli a personaggi di rilievo della politica, dello spettacolo e della cronaca italiana, è stata recentemente intervistata dal settimanale Oggi. Nell’intervista, ha parlato della sua carriera, del successo del suo programma Belve su RAI2, e del suo nuovo libro che tratta della mafia a Roma.

La capacità di far piangere gli uomini

Nota per il suo stile di intervista duro ma giusto ha un talento nel convincere le persone ad aprirsi. E gli uomini, da lei, piangono spesso: “Succede quando l’intervistato ti consente, e si concede, di andare in profondità. Non con tutti si riesce”. Sulle lacrime di Matteo Salvini spiega: “Erano lacrime autentiche. Succede spesso su quella domanda finale: “Se potesse riportare in vita qualcuno e dirgli qualcosa chi sarebbe e cosa gli direbbe?”. È una domanda che faccio sempre perché me lo sono chiesta io per prima.”

La paura del successo

La popolarità di Belve la spaventa: “Per come sono fatta, tendo ad aver paura di non essere all’altezza di quello che mi sta succedendo. Davanti al 10% di ascolti la tentazione è stata chiamare la Rai e dire “Ok, è andata bene, fermiamoci qui”. La sola reazione che ho è un’ansia che mi porta a lavorare il triplo. Ho visto salire e scendere rapidamente persone ben più importanti di me e questo mi ricorda sempre che “successo”, in fondo, è un participio passato“. Ha sottolineato che il suo successo è semplicemente il risultato di 20 anni di duro lavoro e dedizione: “Arriva dopo 20 anni di gavetta, lo vivo con gioia e coi piedi saldi a terra

Il nuovo libro sulla malavita romana

Fagnani è anche autrice di un nuovo libro sulla malavita romana. Il libro, intitolato Mala – Roma criminale, è uno sguardo approfondito sulla storia e la struttura della criminalità organizzata a Roma e uscirà il 30 aprile: “La criminalità è il tema su cui lavoro da sempre. Il libro è una tappa importante di questo percorso: quando ho scritto “fine” non sono riuscita a chiudere il file per una settimana. Non riuscivo a staccarmi. Ci ho lavorato sei mesi, studiando un’intera libreria di atti giudiziari

Condivide le sue impressioni su Fedez

Dice di essere rimasta colpita dalla sua ritrovata libertà e autonomia di pensiero: “È stata un’intervista lunghissima, un ritratto per ricostruire tutto il suo percorso, anche prima di Chiara. Ho visto un Fedez libero, con una grande autonomia di pensiero. Dà la sensazione di essere in una fase di recupero del se stesso delle origini, sembra in un momento di libertà psicologica molto forte. E la libertà, quando la ritrovi, è sempre inebriante. Nelle interviste ci sono persone che ti permettono di toccarle in profondità e altre che ti lasciano in superficie. Federico si è mostrato a fondo perché è uno in grado di analizzarsi, guardarsi dall’esterno con una certa obiettività. Non è da tutti

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