Carole Bouquet: “Sono una Bond girl pentita”

"Adesso sono single e faccio la vignaiola".

Carole Bouquet Sono una Bond girl pentita, faccio la vignaiolaCarole Bouquet Sono una Bond girl pentita, faccio la vignaiola
Gossip

In una recente intervista al “Corriere della Sera”, Carole Bouquet ha raccontato alcuni aneddoti della sua carriera e della sua vita privata. La Bouquet è una delle attrici più iconiche del cinema internazionale. Francese di nascita, ma italiana d’adozione è una donna che si divide tra la carriera di attrice, la vita familiare e la sua passione per il vino. Infatti, Bouquet è produttrice di un vino di Pantelleria.

Non ne potevo più di fare la Bond girl

“Mi chiamarono tre settimane prima del film, un’attrice era sparita (Ornella Muti, ndr). In casa, in quel preciso momento con me c’erano solo uomini, tra i quali Roberto Benigni, che in pratica hanno risposto per conto mio. Soffrii il ricorso agli effetti speciali: per ‘Agente 007 Solo per i Tuoi Occhi’, ad esempio dovetti nuotare in un acquario ricreato nello studio di registrazione. Le riprese durarono sei mesi, non ne potevo più. Mi rifiutai di fare la promozione negli Stati Uniti: non volevo essere identificata in quel tipo di ruolo”.

L’avventura vinicola da astemia a produttrice

“Sino a 21 anni non avevo mai assaggiato alcun vino, poi Jean-Pierre Rassam, il padre del mio primo figlio, produttore de ‘La Grande Abbuffata’, in un ristorante mi fece cambiare idea. Da allora non ho più smesso di tempestare di domande i sommelier. La scelta del vino non è stata intenzionale. Ho cominciato 27 anni fa ad andare a Pantelleria, prendendo in affitto una casa del fotografo Fabrizio Ferri. Non sapevo come fare, perciò mi sono rivolta a un viticoltore. Con la stessa umiltà contattai al telefono l’enologo Donato Lanati, mi sentivo come una bambina esclusa da un gioco per adulti. Mi dicevano tutti che non avrei mai imparato. Ho trovato le persone giuste e in un anno la vite è rifiorita. Il permesso è arrivato un’ora prima della vendemmia inaugurale. Sangue d’oro è il vino che volevo bere io, un passito in cui acidità e dolcezza stanno in equilibrio. Produco 4 mila bottiglie all’anno”.

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