Plant: “L’Italia è un posto retrogrado”

ll cantante dei La Sad attacca dopo essere stato fermato in aeroporto.

Plant: "L'Italia è un posto retrogrado".Plant: "L'Italia è un posto retrogrado".
Attualità e Cronaca

Plant, membro del trio La Sad (protagonista dell’ultimo Festival di Sanremo con il brano Autodistruttivo), ha pubblicato un duro post nelle storie del suo profilo ufficiale Instagram, lamentandosi del trattamento ricevuto all’aeroporto di Bari, dove – a sua detta – avrebbero controllato solo lui, lasciando intendere che sia finito sotto le attenzioni dei doganieri per via dell’aspetto fisico e del look.

“Non venite a dire che non ci sono discriminazioni e che non è un posto retrogrado l’Italia. Perché lo è. Tutti passano normalmente, e io non si sa per quale motivo vengo fermato e mi svuotano tutta la valigia. Parte bene questa vacanza. Sono in aeroporto, sto andando in Puglia da mia nonna. E ovviamente chi è lo sfigato che hanno fermato ai controlli svuotando tutta la valigia?”, ha chiesto ai suoi follower, riprendendosi mentre percorre il corridoio dell’aeroporto trascinando il suo trolley.

“Messaggi sbagliati”

Plant, di nome Francesco Emanuele Clemente e originario di Altamura in Puglia, ha fondato i La Sad a Milano nel 2020 insieme a Theø (Matteo Botticini) e Fiks (Enrico Fonte), come membro più giovane del gruppo e provenendo da esperienze rap. Il trio ha finora pubblicato due album: Sto Nella Sad (2022) e Odio La Sad (2024). La loro partecipazione a Sanremo 2024 era stata molto contestata da alcune associazioni di genitori e dal Codacons, che ritenevano il gruppo portatore di “messaggi sbagliati”.

Proprio Plant aveva risposto a queste accuse sempre su Instagram: “Ancora prima di partecipare a Sanremo hanno provato a squalificarci in tutti i modi etichettandoci come ragazzi cattivi che avrebbero usato il palco dell’Ariston per urlare messaggi sbagliati. Ci siamo subito ritrovati sotto assedio mediatico e non sono stati giorni facili. Non ne abbiamo mai parlato per non alimentare l’odio, ma prendersi una pioggia di insulti senza motivo non fa mai bene. Noi, però, eravamo tranquilli perché sapevamo che il nostro percorso sarebbe stato l’opposto di quello che volevano cucirci addosso”.

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