I social media sono ormai uno strumento importantissimo per chiunque, in epoca attuale, e ormai non possiamo farne a meno: secondo una ricerca il numero di utenti attivi dei social è di 4,88 miliardi, ovvero circa il 60,6% della popolazione mondiale; è, dunque, importante cercare di comprendere come le diverse generazioni utilizzino i social media, soprattutto le più giovani, ovvero Millenials e Generation Z.
Morning Consult, una società di intelligence, ha recentemente condotto un sondaggio per saperne di più sull’utilizzo dei social media da parte della cosiddetta Generation Z, ovvero quella dei nati tra il 1997 e il 2012, anche detti nativi digitali o “centellians”, e che sono “always connected” e paragonandola poi ai comportamenti del Millenials, ovvero quelli nati nel decennio precedente.
Secondo i dati riportati, su 1000 persone, la maggioranza (54%) della Gen Z statunitense (età 13-25) afferma di utilizzare i social media per almeno 4 ore al giorno, e sono in grado di gestire più piattaforme e formati digitali simultaneamente: video, chat, social, podcast, musica, TV streaming, gaming anche su diversi dispositivi allo stesso tempo, ma lo smartphone resta il preferito; per loro la dimensione visuale è molto più importante rispetto a quella testuale, ancora rilevante invece per la generazione precedente: i millennials.
Eppure, anche se così vicine tra loro, queste due generazioni sono molto diverse, e si scontrano spesso sul medesimo campo di battaglia: il web; tra video ironici, frecciatine, prese in giro, botta e risposta a mezzo social, si è scatenata –soprattutto ultimamente- quella che è una vera e propria diatriba intergenerazionale. Infatti, prolificano video e commenti in cui i tiktoker della Gen Z blastano (“zittiscono” in gergo social) letteralmente i Millennial per le loro abitudini, il loro modo di comportarsi e di parlare e i loro interessi ed elencano tutto quello che, secondo loro, li rende demodé, deridendo alcune di quelle che definiscono le loro “ossessioni culturali”, come (citandoli) l’avocado, l’emoticon che ride con i lacrimoni (ormai caduta in disuso) e l’adorazione per Harry Potter (secondo la Gen Z le due ossessioni dei Millennials sono “Harry Potter e il caffè”).
Lo “scontro”, che sta prendendo piede sui social, è particolarmente vivo su TikTok: i Millennials attaccano i più giovani sostenendo che abbiano poca personalità e che sono ossessionati dalla generazione precedente, mentre la Gen Z replica affermando che i Millennials non sappiano scattare i selfie, né utilizzare le emoticon.
In particolare c’è una pagina, Chile@mooptopio_, 4k follower e più di 471k ‘mi piace’, in cui il conflitto è particolarmente acceso e divertente. Sui loro video, i giovani tiktoker (ovviamente della Gen Z) prendono in giro i Millennials, imitandone le abitudini e il linguaggio:
“Non fare il babbano, sei solo un serpeverde. Io sono grifondoro”, “Casi umani ne abbiamo?? Disagio”, “No vabbè ciaone”, “Ma ho anche dei difetti”, “Per me un caffè amaro come la mia vita”, queste alcune delle espressioni usate (anzi, iper usate) dai Millennials e che farebbero tanto ridere la Gen Z.
Molti Millennials sono rimasti scottati (o addirittura offesi) dalle parodie dei Chile, ma loro rispondono così: “I millennials sono in una fase più nostalgica della vita, tanto da essere persino troppo duri con se stessi: si dicono da soli che stanno invecchiando, quando invece hanno appena trent’anni”.